LA LOCANDA DEL CAVALIERE

Non c’era mai stato, nel Ponente ligure, un posto così. Un mondo a parte a dieci minuti dal lungomare, pardon Passeggiata a Mare, di San Bartolomeo (al mare, ok; Riviera dei Fiori, Ponente Ligure); e a tre minuti, scendendo, presumibilmente in macchina, dal casello autostradale di S. bartolomeo, a metà strada tra Genova e Nizza aeroporto.

Un posto così, cone quelle mura antiche, quasi da roccaforte del buon vivere; un posto che è stato casale e caserma, magazzino e rudere semiabbandonato ma che ora è tornato a essere un luogo di accoglienza e convivialità, sia sotto le antiche volte sia nel déhors: un po’ osteria un po’ giardino con aia, un po’ posto da farci grandi feste, mercatini o ritrovi tra case vinicole, coltivatori, imprenditori green e ovviamente buongustai, in vacanza o meno, locali o forestieri: questo è un posto che vive tutto l’anno, per un aperitivo o una cena o un evento o qualsiasi combinazione si riesca a escogitare.

In primo piano, ovviamente, la cucina: un giovane chef, della zona, che ha fatto i suoi giri per cucine stellate, ma che conosce il meglio del territorio; presidi slow come trombette e cuori di bue, ma anche le ricette delle nonne, dal brandecujun alla stroscia di Pietrabruna; e poi, ravioli di borraggine e torta verde a parte, tiene d’occhio anche il mercato del pesce, i gamberi rossi di Mazara, le ostriche bretoni. Per non dire della cantina; dal vermentino ligure allo champagne, ce n’è per tutti; e del cocktail bar.

Chissà, poi, chi era questo Cavaliere. Un avventuriero, azzardano alcuni; altri: un architetto! Un milanese finito a Ponente per amore!, sostengono altri. O ancora: un valente podestà, proprietario terriero. O forse è solo l’affabulazione di un oste poeta; o addirittura di un’ostessa, pensaunpo’, la gente ne dice di ogni.